Direzione
Un’associazione può affidare la gestione dell’attività a un ufficio o a un segretariato. In questo caso la direzione è responsabile della vigilanza. La direzione è eletta dall’assemblea dei soci, alla quale deve rendere conto mediante il rapporto annuale. I compiti e le competenze della direzione sono definiti dalla legge, dallo statuto e dalle risoluzioni sociali. La legge non prescrive né un numero minimo di membri della direzione, né settori obbligatori all'interno della direzione. Lo statuto può invece prevedere un numero minimo o massimo di membri e i settori all'interno della direzione.
Domanda
Una persona che non è socia può essere eletta nel comitato direttivo di un'associazione? I soci della nostra associazione sono esclusivamente persone giuridiche. Una persona idonea si metterebbe a disposizione per un mandato nel comitato direttivo, ma non appartiene a nessuna delle organizzazioni aderenti alla nostra associazione.
La risposta
Questo esempio dimostra che ci possono essere buoni motivi per eleggere nel comitato direttivo una persona al di fuori della cerchia dei soci. Una sentenza del Tribunale federale ha stabilito già nel 1947 che, per motivi inerenti all'autonomia dell'associazione e alle esigenze della vita pratica, possono essere elette nel comitato direttivo anche persone fisiche non aderenti all'associazione.
Siccome nella prassi ciò è più l'eccezione che la regola, consigliamo di menzionare esplicitamente nello statuto l'ammissione dei non soci nel comitato direttivo.
Domanda
Chi comanda in un'associazione?
La risposta
In un'associazione il comando non è affidato a un'unica persona. Per gli affari dell'associazione è responsabile il comitato direttivo come organo collegiale. Il comitato direttivo ha il diritto e il dovere di occuparsi delle questioni dell'associazione e di rappresentarla verso l'esterno. Così stabilisce la legge.
Se lo statuto non contiene norme più precise, il comitato direttivo può organizzarsi autonomamente e dividersi i compiti come meglio crede. Può ad esempio introdurre un sistema di settori. Vale però sempre il principio della collegialità: il comitato direttivo risponde in maniera solidale dell'operato dell'associazione. Il diritto di essere consultati dei membri del comitato direttivo deve essere garantito, il/la presidente non possono dare ordini.
Domanda
Le finanze non hanno un ruolo molto importante nella nostra associazione. Ci basiamo sulla fiducia reciproca; il cassiere si occupa dei pagamenti in entrata e in uscita. Siamo lo stesso obbligati a tenere la contabilità?
La risposta
Nel 2008 è stato inserito nella legge l'art. 69a CC:
«Il comitato direttivo tiene i libri di commercio dell’associazione. Le disposizioni del Codice delle obbligazioni concernenti la contabilità commerciale e la presentazione dei conti si applicano per analogia».
Il comitato direttivo è pertanto obbligato a tenere la contabilità. A prescindere dall'obbligo, è in ogni caso importante sbrigare le questioni finanziarie in modo accurato e preciso, anche se non si tratta di grandi importi. La fiducia è una buona cosa, ma proprio le finanze possono facilmente diventare un motivo di divergenze. I soci hanno il diritto di sapere in che modo il denaro viene incassato e speso. E il comitato direttivo dovrebbe essere sempre in grado di dare informazioni al riguardo.
Domanda
Stiamo cercando nuovi membri del comitato direttivo. Due coniugi hanno manifestato il loro interesse. In linea di principio è consentito ai parenti di fare parte dello stesso comitato direttivo?
La risposta
Sì, è consentito. Nei casi concreti, è tuttavia giustificato chiedersi se è lecito che i congiunti siedano nello stesso consesso. Vi sono argomenti a favore e a sfavore: sinergie, passaggio d'informazioni agevolato, concentrazione del potere ecc.
In definitiva, con l'elezione sono i soci a decidere circa l'opportunità di avere nel comitato direttivo persone della stessa famiglia. Occorre tenere presente che anche per loro vale l'obbligo di astensione nelle votazioni concernenti un negozio giuridico o una controversia giuridica ai sensi dell'art. 68 CC. Già solo per questo non è opportuno che il comitato direttivo sia composto esclusivamente o in grande maggioranza da persone con stretti legami familiari. In simili situazioni, deliberare secondo le regole è quasi impossibile.

