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Successione all’interno del comitato direttivo

I membri del comitato direttivo dimissionari devono essere adeguatamente sostituiti, cosa non sempre facile. Non spetta al membro dimissionario regolare la sua successione, ma al resto del comitato direttivo. A questo scopo bisogna sottoporre una proposta di nomina all’assemblea dei soci. Vale la pena di chiarire preliminarmente i requisiti, nonché le esperienze, le competenze e le capacità richieste, per assicurare la continuità all'interno del comitato direttivo. La ricerca dei membri del comitato direttivo è un processo a lungo termine ed è pertanto opportuno iniziare per tempo a vagliare i possibili candidati.
Domanda

Cerchiamo nuovi membri del comitato direttivo. A questo scopo durante l'ultima assemblea dei delegati abbiamo istituito una commissione che ha il compito di allestire un mansionario per le posizioni vacanti nel comitato direttivo. Avete altri consigli da darci per la ricerca? 

La risposta

La successione adeguata nel caso di un mandato svolto su basi di volontariato non è sempre facile. Nella ricerca della persona adatta hanno un ruolo importante sia i contenuti (mansioni), sia le relazioni. Una persona può ritenersi adatta, poiché vorrebbe portare all'interno del comitato direttivo le sue specifiche conoscenze, oppure poiché ha particolarmente a cuore lo scopo sociale. Altri cercano una compensazione alla vita professionale e si occupano volentieri di compiti al di fuori della loro quotidianità. Anche il desiderio di fare qualcosa insieme ai colleghi e alle colleghe del comitato direttivo può essere un importante incentivo. In ogni caso un mansionario aiuta i candidati e le candidate a farsi un'idea dei compiti che li attendono e chiarisce quali competenze personali possono portare all'interno del comitato direttivo. 

La soluzione più efficace è interpellare direttamente le persone ritenute potenzialmente idonee. Le persone che si mettono a disposizione devono esporre all'associazione le loro competenze e motivazioni. Condividete con il vostro interlocutore esperienze e aneddoti divertenti. Raccontate le vostre storie (di successo), ad esempio un evento particolarmente ben riuscito, una buona collaborazione con il Comune o il lancio di un sito Internet.

Domanda

Un membro del comitato direttivo della nostra associazione ha dato le dimissioni, poiché si trasferisce in un'altra regione. Il suo mandato quadriennale scade però solo tra più di un anno e mezzo. La persona interessata può lo stesso dare le dimissioni? Possiamo eventualmente designare una nuova persona fino alla prossima assemblea dei soci, per mantenere operativo il comitato direttivo?

La risposta

Capita abbastanza spesso che un membro del comitato direttivo non possa o non voglia portare a termine il mandato. Il diritto di dimettersi è riconosciuto anche ai membri del comitato direttivo. Se le dimissioni sono per la fine dell'anno dell'associazione, le elezioni suppletive di solito hanno luogo durante la successiva assemblea dei soci.

Se un membro del comitato direttivo si dimette nel corso dell'anno e la sua uscita non causa troppi problemi, si può attendere fino alla successiva assemblea dei soci. Se viceversa, per proseguire l'attività, il comitato direttivo ha assolutamente bisogno di un sostituto, è sicuramente un vantaggio se lo statuto prevede la cosiddetta cooptazione, ossia la possibilità per il comitato direttivo di designare di propria iniziativa il sostituto o la sostituta. Il relativo articolo reciterà ad es.: «I posti vacanti venutisi a creare nel corso dell'esercizio possono essere occupati da persone scelte dal comitato direttivo, fino alla conferma da parte dell'assemblea dei soci». Se lo statuto sociale non prevede questa possibilità, il comitato direttivo può organizzare le elezioni nell'ambito di un'assemblea dei soci straordinaria. In alternativa deve verificare la possibilità di cavarsela senza sostituzioni. Comunque sia, il membro dimissionario del comitato direttivo deve provvedere al passaggio accurato delle consegne.

Domanda

La nostra associazione esiste già da oltre 50 anni e organizza diverse attività per le persone della terza età. Oggi alcune di queste attività sono svolte anche da altre organizzazioni. Alla nostra associazione ora non aderisce più nessuno. Occasionalmente anche i membri del comitato direttivo hanno espresso l'intenzione di ritirarsi. Tutti i soci hanno già esercitato un mandato all'interno del comitato direttivo. Alcuni soci desiderano continuare a svolgere la loro attività, ma nessuno vuole assumere un mandato nel comitato direttivo. Che cosa ci consigliate di fare?

La risposta

La vostra associazione non può evitare di chiedersi: «c'è ancora bisogno di noi?» E anche: «cosa succede se la nostra associazione non c'è più?» Con i colleghi considerate quali attività desiderate assolutamente continuare e in che forma. A cosa potete tranquillamente rinunciare? Forse c'è la possibilità di unirsi a un'altra organizzazione con scopi simili.

Quali che siano le risposte, la vostra associazione è comunque stata valida e necessaria. Senza di lei, non ci sarebbero nemmeno le attività che ora sono svolte da altri. L'associazione non ha dunque fallito, anche se a questo punto dovrebbe essere sciolta.

Domanda

Quali sono le conseguenze se, nelle elezioni in occasione della prossima assemblea dei soci, non è possibile occupare la carica di presidente?

La risposta

Se la presidenza non rimane vacante per anni e l’associazione si adopera per cercare la persona idonea, non ci sono conseguenze giuridiche per l’associazione, anche se temporaneamente il posto di presidente non è occupato conformemente allo statuto. Difficilmente si verrà citati in giudizio per questo. Se tuttavia la situazione dura a lungo, è opportuno prendere in considerazione l’introduzione di una corrispondente modifica dello statuto. Lo stesso discorso vale se il numero dei membri del comitato direttivo non corrisponde a quanto prescritto nello statuto.

L’importante è che i compiti siano ben ripartiti tra i membri effettivi, secondo le disponibilità di tempo, le inclinazioni e la mole di lavoro di ognuno. È opportuno designare un/una portavoce verso l'interno e l'estero (una funzione di solito riservata al/alla presidente). Il pubblico dovrebbe sempre sapere a chi rivolgersi, per telefono o per iscritto.

Naturalmente sarà necessario adeguare anche i diritti di firma.

La carica vacante può anche essere sfruttata come un’opportunità. Il posto di presidente può diventare più interessante, se all’interno del comitato direttivo i suoi compiti sono ripartiti su più persone. Gli altri membri possono eventualmente intervenire per fornire un sostegno puntuale, oppure si può prevedere una co-presidenza. È possibile che durante il periodo di transizione si sviluppi una nuova cultura di collaborazione.

Domanda

Qualche tempo fa un membro del comitato direttivo ha dato le dimissioni. Ora vuole ritirarle e cancellare il punto all'ordine del giorno «Elezione di un nuovo membro del comitato direttivo». All'interno del comitato direttivo non tutti sono felici che abbia cambiato idea.  E poi abbiamo già una nuova candidata. Dobbiamo per forza accettare il ritiro delle dimissioni?

La risposta

Le dimissioni di un membro eletto in un organo dell'associazione sono un cosiddetto «atto potestativo», mediante il quale si viene immediatamente a creare una situazione giuridica. Ciò significa che chi ha dato le dimissioni a decorrere da una determinata data, da quel momento non è più membro del comitato direttivo. Per continuare a rimanere nel comitato direttivo, la persona interessata deve essere rieletta dall'assemblea dei soci, conformemente allo statuto. 

Domanda

La nostra piccola società ginnica fatica a trovare nuovi membri del comitato direttivo. Quasi tutti i ginnasti e le ginnaste attivi hanno già esercitato una volta questa carica. Un membro del comitato direttivo ha avuto l'idea di proporla a una persona che non è nella squadra, mentre lo sono i suoi figli. Un socio non attivo può essere eletto nel comitato direttivo? Ed è una scelta opportuna?

La risposta

Non ci sono motivi contrari, a meno che lo statuto non preveda che solo i soci attivi possono essere eletti nel comitato direttivo. In definitiva non cercate una persona che sappia fare la ruota o gli esercizi di squat, ma qualcuno in grado di collaborare alla direzione generale dell'associazione e di inserirsi nell'organo direttivo. Forse c'è anche un determinato settore da occupare, ad esempio l'attuariato, le finanze o la presidenza.
Anche al di fuori del gruppo dei ginnasti attivi si possono trovare persone abili nella stesura del verbale, nella gestione delle finanze o nella direzione generale di una società. Un membro del comitato direttivo ovviamente dovrebbe essere interessato all'attività dell'associazione, ma un punto di vista un po' diverso di certo non fa male.